
Certo non posso negare che nella lettura dei capitoli più analitici il lettore potrà trasalire con sorpresa, scoprendo qualche passo in cui Dante ha inserito, in maniera velata, temi erotici e scabrosi, sui quali la critica ufficiale ha sempre elegantemente glissato. È naturale che il lettore legato alla tradizione stenti a credere che proprio lì dentro egli abbia nascosto schegge impazzite di erotismo. E poi perché lo avrebbe fatto?
Forse, dopo tanti studi teologici e ossessivi calcoli numerici, Dante avrebbe forse perso la testa e sfogato i suoi istinti peggiori? Tuttavia, sarà pure evidente che l’intenzione dell’autore non era quella di scandalizzare, ma di esprimere al meglio concetti di tutt’altra natura.